Nato nel 1990, nel quartiere di Oltrarno, il Laboratorio preserva un'antica attività artigianale storicamente legata alla città di Firenze e alla famiglia Medici, al cui mecenatismo si deve la nascita del fortepiano.
Situato accanto all'Accademia Bartolomeo Cristofori, in un immobile di proprietà della Fondazione Carlo Marchi, il Laboratorio si occupa dello studio, del recupero e della conservazione del fortepiano.
Il deterioramento ligneo provocato dagli insetti xilofagi, la decomposizione delle colle, restringimenti, torsioni del legno e parti mancanti dello strumento, sono le principali cause che rendono necessario un intervento di restauro.
Le parti mancanti degli strumenti sono ricostruite dopo un'accurata ricerca della documentazione storica che permetta d'interpretarne i dettagli costruttivi, sia per i prototipi da copiare, sia per i materiali da integrare: pelli, stoffe, feltri idonei a ottenere la qualità di suono ottimale.
Per la sostituzione di corde rotte o mancanti vengono utilizzati metalli filologicamente appropriati, provenienti da fornitori francesi e inglesi.
Per il calcolo dei diametri viene utilizzato un software messo a punto presso il dipartimento degli strumenti musicali del Museo dell'Aja, che permette di calcolare la tensione delle corde originali alle varie frequenze.
Il rodaggio dei fortepiano è affidato sia a musicisti di grande esperienza, sia ad allievi che si specializzano nello studio del fortepiano.
Grazie alla collaborazione con altri centri di restauro, costruttori, organologi e musicisti, il Laboratorio costituisce un centro d'informazione specializzato nella tecnica costruttiva e nella catalogazione dei fortepiani di fattura italiana e straniera.
Molti degli strumenti restaurati presso il Laboratorio vengono utilizzati per concerti, master class e registrazioni.